4 Luglio. Manifestazione globale contro il Nuovo Ordine Mondiale

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  1. 0Aman0
     
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    Parte dal canale di :YouTube: VisionaryPeace la manifestazione globale contro il Nuovo Ordine Mondiale. Già Organizzata la manifestazione in America, Inghilterra e Germania. Diamo il nostro sostegno anche in Italia! Diffondete questo video, parlatene ai vostri amici, fidanzati/e, parenti! Noi tutti abbiamo diritto alla libertà. Facciamo che questa iniziativa non rimanga solo :000201D6.gif: ....



    Per un Mondo Libero!






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  2. NAGUAL TOLTECO
     
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    CITAZIONE (0Aman0 @ 25/5/2008, 01:37)

    (FILE:https://www.youtube.com/v/aoHoXbPHzN8&hl=it)



    Parte dal canale di :YouTube: VisionaryPeace la manifestazione globale contro il Nuovo Ordine Mondiale. Già Organizzata la manifestazione in America, Inghilterra e Germania. Diamo il nostro sostegno anche in Italia! Diffondete questo video, parlatene ai vostri amici, fidanzati/e, parenti! Noi tutti abbiamo diritto alla libertà. Facciamo che questa iniziativa non rimanga solo :000201D6.gif: ....



    Per un Mondo Libero!






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    CITAZIONE (personcina82 @ 23/5/2008, 04:49)
    Lo metto pure qui! :angry: Che uomo liberale!

    (FILE:https://www.youtube.com/v/j7QLTX1wR5E&hl=it)

    Non saranno più accettate azioni di "minoranze" organizzate che "calpesteranno" la legalità.
    Non saranno pi accettate azioni di minoranze che per un motivo o per l'altro (quindi qualsiasi), possono bloccare un aeroporto, bloccare un autostrada, bloccare una ferrovia, bloccare una discarica, bloccare un cantiere.
    Lo Stato (cioè quello che ci succhia i nostri quattrini!), in questi casi, deve intervenire puntualmente, immediatamente, usando la sua autorevolezza, la sua autorità (che è la stessa cosa dell'autorevolezza) e la sua FORZA!

    Quindi, divieto di protestare. In ogni caso, per qualsiasi motivo e in qualsiasi luogo!

    Ma non siamo mica sotto dittatura eeehhh..... è un impressione!

    :BASTA!!: :cartman: :Silenzio!: :#@!*%!!: :GRRRR: :an39.gif: :occhio!: :angry:

    ho una brutta impressione...questo video mi ha fatto balenare un flash nella mente!

    un folto numero di persone(in america) ha deciso di riunirsi in massa il 4 luglio davanti alla casa bianca a protestare, e pare che si stiano organizzando per farlo anche in inghilterra,germania, e italia....

    non sò voi ma io dopo quello che ha detto berlusconi temo fortemente che sarà l'ennesimo episodio di carica della polizia verso la popolazione, e stavolta credo potrebbe essere davvero l'ultimo xchè dopo scoppierà un guerra civile a livello mondiale, una guerra di resistenza contro ogni governo di ogni città in cui i cittadini siano stati caricati(feriti o peggio uccisi) dalla polizia...

    titor aveva previsto lo scoppio di una guerra civile in america in questo periodo, cavolo!

    ora cerco il video appena lo trovo lo posto!

    ----------citazione...di.....john titor--detta --nel -periodo---tra---il----1999 --e---il--- 2001-----------

    Poi, scoppierà una catastrofica terza guerra mondiale (o Prima guerra termonucleare). Ad innescare la miccia del devastante conflitto, sarà una guerra civile che scoppia negli USA tra il 2004 e il 2006. Tutto questo poichè il governo voleva aumentare il controllo statale a scapito dei diritti civili degli abitanti, i quali sceglieranno di trasferirsi nelle campagne formando milizie civili spontanee contrapposte al Governo e scatenando un conflitto con le città. Tuttavia, su questo evento, visto che è un periodo di tempo che abbiamo già vissuto, le profezie del Nostradamus spaziale non corrispondono alla realtà, anche se c'è chi vede un accostamento con il Patriot Act del 2003, la legge che riduce la libertà civile degli americani per far fronte al terrorismo. Inoltre, non fa alcun cenno sull'attentato terroristico alle Twin towers, da cui, forse è più ipotizzabile come fonte scatenante del futuro conflitto nucleare. La situazione diventerà drammatica quando la Federazione Russa, approfittando del tumulto
    generale, per "rimettere in ordine le cose", bombarderà Europa (in risposta allo schierarsi di un massiccio esercito europeo in Germania), Australia, Cina e Stati Uniti, soprattutto le grandi città, i veri epicentri della guerra civile. La guerra, dice Titor, sarà condotta utilizzando armi nucleari e di distruzione di massa. In Estremo Oriente, invece, la Cina, sfruttando l'instabilità politica mondiale, "annetterà forzatamente" Corea, Taiwan e Giappone; soltanto l'Australia riuscirà a fermare l'espansione gialla. La Terza Guerra Mondiale causerà 3 miliardi di morti. Titor non dice precisamente, per motivi "etici", quando il bombardamento avrà inizio: tuttavia, si lascia sfuggire la data del 12 marzo 2015, ore 3.45, ora di Washington DC.
    http://209.85.129.104/search?q=cache:y3hwo...clnk&cd=1&gl=it




    http://74.125.39.104/search?q=cache:BuhfCL...lnk&cd=10&gl=it

    l’idea di un “nuovo ordine mondiale”, disegnato e pilotato dagli Stati Uniti d’America, una nazione che si auto-proclamava “predestinata” al dominio universale del mondo quale si figurava e si intuiva sin dalla nascita, avvenuta il 4 luglio del 1776, con la Dichiarazione ufficiale dell’indipendenza. Un documento che annunciava formalmente la costituzione di un “impero federale” fondato per espandersi progressivamente e controllare l’intero pianeta.

    UNA STORIA DI SANGUE

    Per compiere il proprio destino di “gloria” e di “comando” la nazione nordamericana intraprese un doloroso (per gli altri) cammino intriso di sangue, violenze e misfatti d’ogni tipo perpetrati contro l’umanità: il più atroce fra questi delitti fu senza dubbio il genocidio dei pellerossa. Questo rappresenta uno degli atti più scellerati e criminali compiuti nella storia del genere umano, alla pari se non peggiore dell’Olocausto, dunque più efferato e sanguinoso dello sterminio nazista degli Ebrei durante la seconda guerra mondiale, comunemente riconosciuto come il genocidio per antonomasia. Ma non dobbiamo dimenticare o disdegnare altri eccidi di massa eseguiti dall’uomo bianco occidentale, ad esempio in America centro-meridionale (si pensi al totale annientamento delle antiche civiltà precolombiane – Incas, Maya, Aztechi - ad opera dei conquistadores spagnoli capeggiati da Hernan Cortés e Francisco Pizarro che si impossessarono di inestimabili tesori d’oro, argento ed altri metalli preziosi, sottratti ai popoli indigeni con l’astuzia e l’inganno, quando non si è fatto ricorso alla forza delle armi), né i feroci massacri e le razzie compiute in Africa, in Asia, in Oceania, insomma ovunque abbia fatto la sua comparsa la civiltà occidentale, facendo strage dei popoli incontrati e scempio del territorio, delle ricchezze naturali ed ambientali sistematicamente dilapidate. Tuttavia, il genocidio dei nativi nordamericani costituisce senza ombra di dubbio il crimine più brutale e cruento della storia universale. Anzitutto perché i popoli pellerossa, che si estendevano dalla punta più settentrionale del Canada alla parte più meridionale degli USA fino in Messico, occupavano territori sterminati, ricchissimi di materie prime, per cui vennero soppressi dall’esercito yankee durante gli ultimi decenni del secolo XIX, nel corso delle furiose e sanguinose “guerre indiane”. Infatti, mentre il popolo ebraico, non solo è in gran parte sopravvissuto ai feroci eccidi hitleriani, ma oggi vive e regna in un proprio Stato sovrano, dotato di una propria costituzione politica e di una forte identità etnico-confessionale, ed è tra i più ricchi e potenti popoli della Terra, invece i pellerossa, ridotti ormai a poche decine di migliaia, senza più alcuna identità etnico-culturale, non possono vantare nemmeno uno straccio di territorio e di sovranità nazionale, se non quella delle “riserve indiane” in cui sono segregati, simili ai nostri CPT, e che probabilmente sono più orribili dei ghetti ebraici, e probabilmente comparabili persino ai campi di concentramento e di sterminio nazisti. Inoltre, non bisogna omettere altre crudeltà ed atrocità commesse dall’esercito nordamericano, come ad esempio il bombardamento e la cancellazione violenta delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki al termine del secondo conflitto mondiale, in pratica già vinto dagli USA e dai suoi alleati. Un bombardamento effettuato mediante l’impiego di armi nucleari, al solo scopo di intimidire e ricattare i sovietici, con cui avrebbero dovuto fare i conti nell’immediata opera di spartizione del pianeta e, in seguito, durante l’epoca della “guerra fredda”. Tuttora gli USA restano l’unico Stato ad avere usato armi atomiche contro un altro Stato e un altro popolo, per cui nulla lascia supporre che non possano ripetere un simile gesto criminale e terroristico anche ai giorni nostri. Per conservare il proprio status di supremazia, per salvaguardare il primato del dollaro (ormai incrinato e compromesso dall’inarrestabile ascesa dell’euro) come moneta privilegiata per gli scambi commerciali internazionali, in particolare per la compravendita di materie prime quali il petrolio, gli USA sarebbero persino capaci di intraprendere una guerra totale unilaterale contro chiunque osasse sfidare la loro “maestà”.

    ASCESA DEL “NUOVO ORDINE MONDIALE”: LA PRIMA GUERRA NEL GOLFO PERSICO

    Si giunse in tal modo alla prima guerra nel Golfo Persico, esplosa agli inizi del 1991. All’epoca il regime sovietico era crollato, la potenza militare russa, ridotta a pezzi, fu messa in (s)vendita, la società post-sovietica era allo sfascio, l’economia in rovina, l’Europa dell’Est era ormai diventata una colonia dell’imperialismo nordamericano, il mondo era allo sbando. Gli USA approfittarono della situazione di sfacelo a loro propizia, per cui si trovarono dalla propria parte un’estesa coalizione internazionale, schierata a favore dell’intervento militare contro l’Iraq, colpevole di aver invaso il “libero, sovrano e democratico” stato del Kuwait, diretto da un emirato, cioè da una satrapia aristocratico-familiare di stampo dispotico, in pratica un protettorato vero e proprio, uno stato-fantoccio al servizio dei padroni nordamericani. I quali, in brevissimo tempo, sbaragliarono il campo avversario, dopo una guerra più virtuale che reale, ripresa dalle televisioni del mondo intero, ovvero dalla sola CNN, che realizzava e decideva i filmati da trasmettere, e il cui monopolio cominciò ad essere contrastato da una neonata emittente televisiva araba, Al Jazeera, divenuta poi un famoso network internazionale. Quindi, gli eroici “liberatori” d’oltreoceano liberarono il misero popolo del Kuwait, oppresso dal terribile e sanguinario tiranno Saddam Hussein (la cui ascesa alla guida dell’Iraq era stata caldeggiata proprio dall’occidente, nel lontano 1979, in funzione anti-khomeinista), riconsegnando il potere nelle mani dell’emiro, un ricchissimo burattino manovrato dagli USA. Ma gli stessi “eroici liberatori” non mossero nemmeno un dito quando, negli anni ’80, il sanguinario dittatore e genocida iracheno massacrò intere popolazioni facendo ricorso ai gas e ai veleni venduti dalle industrie occidentali, quelle stesse armi di sterminio di massa, le armi chimiche e batteriologiche, impiegate prima contro gli Sciiti filo-iraniani e poi contro i Curdi, i più oppressi tra i popoli oppressi, i più miserabili tra i miserabili, gli ultimi tra gli ultimi. Una popolazione, quella curda, che ha avuto la “sventura” di vivere da secoli su un territorio ricco di giacimenti petroliferi, per cui non potrà mai godere, e nemmeno aspirare ad una propria sovranità nazionale, né rivendicare un’autonomia statale, come hanno fatto e ambiscono ad ottenere tutti i popoli del mondo, persino i Palestinesi.

    L’AVVENTO DEL “POPOLO DI SEATTLE”, L’11 SETTEMBRE E LA SECONDA GUERRA NEL GOLFO PERSICO

    L’avvento del nuovo millennio ha assistito alla comparsa repentina del cosiddetto "popolo di Seattle", un movimento eterogeneo di rivolta anticapitalista che ha aperto un nuovo ciclo di lotte e mobilitazioni di massa a livello internazionale, il cui apice è stato probabilmente raggiunto in occasione del summit del G8 svoltosi a Genova nel luglio 2001, la cui memoria rievoca anzitutto la tragica morte del giovane Carlo Giuliani. In quella circostanza luttuosa la reazione del sistema globale, messo duramente in discussione, proruppe in modo primitivo ed irrazionale. Turbato dalle vaste moltitudini umane che sciamavano e si contaminavano felicemente, rifiutavano e contestavano il modello di società imposto dalla “rivoluzione neoliberista”, progettavano e costruivano nella prassi quotidiana “un altro mondo possibile”, proponendo esperienze di autogestione e partecipazione politica diretta, in alternativa al verticismo antidemocratico esercitato dalle oligarchie economiche multinazionali, la risposta del “nuovo ordine mondiale” non tardò a manifestarsi in una forma istintivamente rozza e brutale, rivelando la natura criminale ed autoritaria del nuovo potere sovranazionale incarnato dai capi di stato riuniti nel vertice del G8. Nella sua fase iniziale questa reazione si è concretizzata in atti insensati e raccapriccianti di brutalità poliziesca, immediatamente denunciati dal movimento (attraverso fotografie e filmati autoprodotti, testimonianze, documenti e inchieste di controinformazione), quindi condannati dall’opinione pubblica internazionale, per cui la fase successiva ha assistito ad un clamoroso salto qualitativo dell’azione repressiva. Fu a quel punto che venne progettato e partorito il disastro epocale dell’11 settembre. Questo tragico evento ha fornito un efficace alibi, scientemente strumentalizzato per autorizzare uno stato di "guerra preventiva e permanente" contro il terrorismo globale. L’apparente antinomia tra terrorismo e guerra sottintende un orrendo parto gemellare generato dal medesimo apparato di potere che fa capo al blocco imperialista anglo-americano. Il sistema di comando ha concepito ed orchestrato una mostruosa ed ingegnosa riedizione della classica "strategia della tensione" proiettata in chiave planetaria, tesa a “destabilizzare per stabilizzare”, ossia a preservare e consolidare l’ordine (mondiale) con il disordine, ossia con il terrore globale. In effetti, da quel momento storico la parabola ascendente (sul piano ideologico-propagandistico e strategico-organizzativo) del movimento anti-globalizzazione ha ricevuto un brusco rallentamento, fin quasi ad arrestarsi, per riacquistare vigore e visibilità mondiale nel 2007, in occasione del vertice G8 svoltosi nella località di Rostock, in Germania.

    All’11 settembre seguirono ben presto l’occupazione militare dell’Afghanistan e l’intervento armato in Iraq (la seconda guerra nel Golfo persico), che non a caso durano ancora. Tali conflitti bellici si sono dimostrati assolutamente ingiusti e sanguinosi, seppur camuffati sotto mentite spoglie, mascherati nella veste di operazioni di "gendarmeria planetaria", ovvero propagandati come strumenti legali di esportazione della "democrazia occidentale", o addirittura spacciati come "interventismo umanitario". Com’è noto, entrambe le guerre sono state imposte e pilotate dalla Tigre di carta dell’impero nordamericano, al cui carro militarista e guerrafondaio si è agganciata anche la "pecorella" italica, che negli ultimi anni si sta timidamente affacciando nello schieramento del rinascente imperialismo europeo. L’attuale blocco imperialista è ancora egemonizzato e diretto dagli Stati Uniti d’America, ma al suo interno si vanno delineando e assestando nuovi equilibri e nuovi rapporti di supremazia economico-monetaria, provocando inevitabili conseguenze e ripercussioni in termini di nuovi contrasti internazionali.

    CRISI DEL “NUOVO ORDINE MONDIALE”

    Dopo il crollo del muro di Berlino, avvenuto nel 1989, e la dissoluzione dell’intero blocco sovietico, gli USA si sono ritrovati ad essere l’unica superpotenza militare sulla scena globale, per cui hanno decisamente assunto il ruolo di gendarmeria mondiale, esautorando l’ONU e arrogandosi l’esercizio esclusivo della forza e del diritto internazionale, mentre sul piano economico-commerciale e monetario sono emerse nuove rivalità e nuove tensioni tra i maggiori colossi del mercato capitalistico mondiale, vale a dire Stati Uniti, Europa, Giappone, Cina e India. Senza dubbio sono questi i principali protagonisti del nuovo ordine mondiale.

    Tuttavia, non bisogna dimenticare o sottovalutare i popoli in lotta e in continuo movimento, le “turbe dei pezzenti”, le masse dei produttori sottosalariati, le schiere di forza-lavoro migrante, le sterminate moltitudini dei disperati e derelitti della Terra, le folle dei vinti e dei diseredati che non sopporteranno più troppo a lungo il peso sovrumano dell’ingiustizia, dell’oppressione e dello sfruttamento materiale, causati dal sistema economico dominante a livello internazionale. I popoli finora sottomessi, costretti a sopravvivere a stento, circondati dalla fame, dalla miseria, dalle malattie, dall’ignoranza e dalla guerra, emarginati dalla storia, strangolati e dissanguati da rapine e debiti usurai, non resteranno per sempre in uno stato di paura e rassegnazione, non accetteranno più di consolarsi con le speranze illusorie ed alienanti procurate dalla religione (o dai suoi surrogati ideologici ed artificiali), ma prima o poi si solleveranno dalla condizione di torpore e passività in cui sono immersi da troppo tempo, per riappropriarsi finalmente di ciò che gli spetta di diritto.

    I centri nevralgici del nuovo potere decisionale non sono da identificare nei tradizionali spazi della democrazia liberale e costituzionale, ovvero nelle assemblee parlamentari borghesi e negli esecutivi nazionali, bensì vanno individuati altrove, vanno riconosciuti in quelle sedi di natura sovranazionale come il WTO (World Trade Organization), la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, oppure i summit del G8. Ebbene, il nuovo sistema sovranazionale è da tempo precipitato in uno stato di declino e crisi radicale, sia sul piano economico-strutturale sia sotto il profilo ideologico e propagandistico. Il processo discendente è in atto da alcuni anni, benché non sia molto visibile agli occhi e alle menti delle persone più ingenue e superficiali, plagiate da sistematiche manipolazioni delle informazioni, diffuse soprattutto nel campo dell’emittenza televisiva. L’opinione pubblica è in gran parte formata e condizionata dalla propaganda ideologica mistificatrice che i mezzi di comunicazione di massa operano quotidianamente, occultando e alterando la realtà delle cose. Tuttavia, le contraddizioni latenti, insite nel nuovo assetto economico globale, sono destinate ad acuirsi progressivamente, ad emergere ed esplodere inevitabilmente, investendo anzitutto le istituzioni politiche più tradizionali, vale a dire i classici ordinamenti del parlamentarismo borghese, ma anche le strutture del potere sovra-nazionale (a cominciare dai vertici del G8 e del WTO), innescando un ciclo conflittuale in grado di scatenare fatalmente nel tempo una rottura critica del sistema su scala planetaria. I segnali sono già palesi e diffusi un po’ dappertutto, soprattutto nelle aree depresse del Sud del mondo, in modo particolare in America Latina e in Asia, mentre in Europa e nel mondo occidentale il processo di disgregazione e di crisi si presenta in forme apparentemente meno esplosive e virulente. Le rivolte dei giovani, dei migranti, dei lavoratori precarizzati e marginalizzati, dei proletari oppressi e sfruttati in ogni angolo del globo, sono ormai all’ordine del giorno. Si pensi alle innumerevoli lotte territoriali come nella Val di Susa e nella città di Vicenza, solo per limitarci ad alcune vertenze esemplari sorte nel panorama nazionale. Si pensi alle dure conflittualità di classe e alle aspre contese in corso ovunque, nei luoghi di lavoro e di studio, nelle fabbriche, nelle scuole, nei ghetti di periferia, nelle piazze. Si pensi alle tenaci iniziative (g)locali che intere popolazioni stanno mettendo in piedi in varie parti del mondo. Il movimento no-global si è praticamente sbriciolato e frammentato, generando infiniti rivoli e ruscelli di rivolta, numerosi movimenti di lotta e di contestazione riconducibili ad un unico denominatore comune: il rifiuto della logica perversa ed affaristica dell’economia di mercato. Un modo di produzione globalizzato, retto su leggi inique e spietate, dettate dalle lobbies monopolistico-finanziarie del neoliberismo. Un sistema di organizzazione della vita economica, politica e sociale degli uomini che è assolutamente cinico e disumano, e che ormai sono sempre meno le persone disposte a subire passivamente, senza lottare, reagire e ribellarsi.

    Edited by NAGUAL TOLTECO - 25/5/2008, 07:31
     
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  3. personcina82
     
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  4. NAGUAL TOLTECO
     
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  5. personcina82
     
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    Domani è il gran giorno... sono curiosa di vedere che succederà!

     
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  6. personcina82
     
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    Oh, però ragazzi! Google ha censurato l'evento dalla ricerca.. nonostante ne parleranno di sicuro anche in altri siti, appare solo il video di :YouTube: e il topic sul meetup di grillo... ho provato pure a cercare 4 luglio 2008 fuga da you tube... niente!
    Solo se scrivi 4 july 2008 NWO ti vengono fuori dei siti stranieri che ne parlano... quindi il canale italiano di GOOGLE ha sicuramente censurato in modo che la gente riuscisse a venirne a conoscenza!! :angry:
     
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5 replies since 25/5/2008, 00:37   294 views
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