Trattato di Lisbona e pena di morte.

Un'altro piccolo passo verso il NWO?

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  1. genioboy
     
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    Il "Trattato di Lisbona" (noto anche come "Trattato di riforma") è il trattato redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata dal no nei referendum francese e olandese del 2005.
    Sembra che in maniera poco trasparente reintroduca la pena di morte in alcune situazioni, come se il paese è in guerra o in caso di disordini, insurrezioni e altro. Riporto qui di seguito alcuni articoli.



    L’eurocrazia reintroduce la pena di morte. In segreto.



    In nessun Pese europeo è ormai in vigore la pena capitale. Ma ora, tutti stanno per introdurla senza saperlo - o senza dirlo - semplicemente per il fatto di ratificare il Trattato di Lisbona, la cosiddetta costituzione europea. Lo segnala Helga Zepp-Larouche (la moglie di Lyndon), messa a sua volta sull’avviso da un insigne gruppo di giuristi tedeschi ed austriaci (1).

    Uno di loro, il professor Albrecht Schachtschneider, uno dei quattro giuristi che stilarono uno storico esposto contro il Trattato di Maastricht, ha spiegato come la pena di morta venga reintrodotta alla chetichella. Non è citata nel testo del trattato, ma in una nota di una nota a piè di pagina.

    Proprio così: chi accetta il Trattato di Lisbona accetta con ciò anche la Carta dell’Unione Europea. La quale proclama: la pena di morte è abolita, ma poi rimanda ad una nota a piè di pagina, in cui si legge: «Eccetto che in caso di guerra, di disordini, di insurrezione» (war, riots, upheaval). La cosa è di estrema gravità giuridica.

    Un intero super-diritto penale speciale viene affermato in una nota, senza alcuna definizione dei reati da punire con la pena suprema. Chi decide che i «disordini» eventuali hanno raggiunto un’intensità tale da far sospendere l’abrogazione della pena di morte? Quali tribunali la irrogheranno? Tribunali speciali, appositamente allestiti per l’emergenza? E quando una serie di proteste di massa comincerà a venire giudicata come «insurrezione», passibile di morte?

    Ed anche la menzione del caso di guerra, che potrebbe sembrare accettabile (molti Paesi mantengono la pena suprema nel diritto di guerra), assume invece una terribile ambiguità nel contesto del Trattato di Lisbona.

    Difatti, per la Clausola di Solidarietà, ogni nazione europea è tenuta a partecipare ad azioni militari quando si tratti di lottare contro «azioni terroristiche» in qualunque altra nazione. Ovviamente, nota Helga Zepp, il concetto di «azione terroristica» è molto indefinito, colmabile a piacere dei significati più opportuni. Chi ha il potere di definire un atto «terroristico»?

    Quello almeno lo sappiamo: Israele. Il popolo eletto ha il potere di definire «terroristici» gli atti di autodifesa del popolo palestinese come dei libanesi sciiti (Hezbollah) o addirittura designare interi stati (Siria, Iraq, Iran) come «terroristi», e la definizione di Israele viene immediatamente adottata dai servi noachici europei.

    Come noto, Sion cerca continuamente di ampliare la latitudine della fattispecie delittuosa: i proclami dell’imam di Carmagnola sono «complicità in terrorismo» per i vari ministri dell’Interno, e sono costati al patetico personaggio l’espulsione con decreto di polizia, extra-giudiziale: gli è andata ancora bene, col Trattato di Lisbona rischiava la testa. Ma noi, sotto il Trattato, ci resteremo.

    La critica ad Israele per le atrocità contro i palestinesi è - come ha sancito l’esimio giurista delle note-spese truccate, Napolitano - puro e semplice «antisemitismo». Dunque già quasi «complicità in terrorismo». Ancora uno sforzo (del «grande amico di Israele», il Salame) e rischiamo tutti di finire impiccati: a piè di pagina. Ossia in qualche scantinato del Viminale, o della Corte Europea? Non si sa.

    Il testo del Trattato di Lisbona viene ratificato di nascosto dai parlamenti nazionali, senza discussione pubblica nè dibattito aperto. In Germania, dice Zepp-LaRouche, il testo non è stato nemmeno pubblicato (e non vorrei sbagliare, nemmeno in Italia). Del resto, così com’è, è incomprensibile per i non addetti ai lavori.

    Per comprenderlo, bisogna integrarlo passo passo con la Costituzione europea defunta - quella che fu bocciata per referendum da Francia e Olanda nel 2005 - perchè ad essa fa riferimento Lisbona. E in che modo?

    Con un trucco ben noto al sistema parlamentare-leguleio italiano: la inserzione. Il trattato di Lisbona è tutto un seguito di espressioni come: «Articolo 5, punto 9, sotto-sezione 2 - la parola A è sostituita dalla parola B». E ciò per 400 volte. Solo dopo che uno studente di legge di Lipsia s’è accollato la fatica, e l’ha postata su siti web, il governo tedesco ha messo in circolazione il testo.

    Alcuni giuristi, fra cui il citato Schachtschneider, e il professor Hans Klecatsky, uno degli estensori della costituzione austriaca, hanno dunque esaminato il lavoro di taglia-e-cuci burocratico. Hanno ritrovato la pena di morte per «disordini» a piè di pagina, e molto di più.

    Soprattutto, il definitivo esautoramento dei parlamenti: di quello europeo, il solo corpo elettivo della UE, e a maggior ragione dei parlamenti nazionali, chiamati solo a ratificare senza discutere ciò che decidono la Commissione e il Consiglio. Anche e soprattutto in caso di «guerra, disordini, insurrezioni» e «atti di terrorismo»: basta che uno Stato, un ministro Frattini qualunque (2), proclami che è in corso un «atto di terrorismo» (i quali, come sappiamo, possono esesre provocati «false flag»), e tutti i Paesi si trovano in guerra, senza diritto di esenzione nè di veto.

    E’ comicamente significativo che l’onnipotente Commissione si arroghi la decisione su tutto, tranne che sulla «politica estera e sulla sicurezza»: a decidere quelle per noi ci pensa la NATO. Ossia Us-raele. Che abbiamo visto come decide e definisce i «terroristi»: domani, non potremo più rifiutarci a partecipare alla prossima invasione per il bene di Sion.

    Ripetiamo: tutto ciò sta passando alla chetichella, di nascosto dai cittadini. Zitti zitti piano piano. La prova viene da uno scoop del Daily Mail irlandese (3).

    L’Irlanda è il solo, ultimo Paese, in cui il Trattato di Lisbona sarà sottoposto a referendum popolare, perchè così prevede la Costituzione irlandese (che poi sarà abolita). Il giornale è venuto in possesso di un memorandum al governo britannico, in cui la diplomatica britannica Elizabeth Green rende noto il risultato di un suo incontro dietro le quinte con Dan Mulhall (direttore generale al ministero Esteri irlandese per la UE): costui assicurava i britannici che il governo irlandese si impegna in una campagna di disinformazione attiva dei suoi cittadini, «concentrando l’informazione sui benefici generali della adesione alla UE più che sul trattato di Lisbona in sè».

    Nessuna pubblicazione, sordina alla «libera» stampa (che «liberamente» accetta di tacere). Il governo irlandese ha persino chiesto alla Commissione di Bruxelles di «moderare il tono o ritardare ogni annuncio» che possa essere «controproducente», nel senso di svegliare gli elettori alla realtà. Il governo irlandese ha anche deciso la data del referendum, il 29 maggio, «ma ne ritarderà l’annuncio in modo da tenere il campo del No all’oscuro» fino all’ultimo, sicchè non abbia tempo di preparare una campagna d’informazione efficace.

    Non credo che questo atteggiamento abbia avuto mai un precedente: mai nella storia un governo eletto, che esercita la sovranità del popolo per sua delega, deve aver venduto la sovranità ad una burocrazia trans-nazionale e irresponsabile in questo modo surrettizio. E’ chiaramente una situazione che può giustificare «disordini» e «insurrezioni» da parte dei popoli traditi. Ma come abbiamo visto, l’eurocrazia si è premunita con nota a piè di pagina.

    La rivolta contro l’oligarchia non eletta è diventata delitto di Stato, gli oppositori alla vendita sono nemici di Stato, i soli contro cui si applica amcora la pena capitale. Lesa maestà del Mostro Freddo. Il Mostro Freddo è ormai sicuro del fatto suo.

    La ratifica del Trattato di Lisbona è ancora incompleta, ma già gli oligarchi non-eletti di Bruxelles hanno deciso di come dotare il futuro presidente della UE (già deciso anche quello: deve essere Tony Blair) dei simboli di «status» che gli competono (4). Barroso gli ha dato una «residenza ufficiale tipo Casa Bianca», uno staff personale di 22 persone, e avrà anche un jet presidenziale tipo Air Force One.
    fonte: http://www.effedieffe.com/content/view/2870/165/


    Un commento con all'articolo precedente con i riferimenti agli articoli della legge:
    Claudio Giudici
    Firenze , maggio 23, 2008 16:27

    In merito al Trattato di Lisbona, sono sorti alcuni dubbi circa la ricostruzione “più pessimistica” relativa agli esiti che potrebbe avere la parzialissima rivisitazione del trattato già bocciato dai cittadini francesi ed olandesi.

    La prima questione a suscitare perplessità è quella della clausola di solidarietà relativa agli interventi armati per cui formalmente viene richiesta l’unanimità decisionale.

    Primariamente, dobbiamo tenere presente che il Trattato di Lisbona, per come è giuridicamente strutturato, è una mostruosità. Per comprendere cosa intendo per mostruosità, si pensi un po’ alla figura dell’Azzeccagarbugli de I Promessi Sposi. Per comprendere cosa in positivo debba essere una costituzione, dobbiamo invece portare l’attenzione verso la nostra Costituzione della Repubblica, nonché alla facilità di lettura di quello che è l’atto fondante della nostra convivenza civile. Purtuttavia, anch’essa, nonostante sia molto chiara, viene da un trentennio costantemente travisata, soprattutto per quanto concerne l’attuazione dell’art. 3, nonché l’azione interventista che lo Stato deve avere in economia desumibile da una decina di articoli del dettato.

    Il Trattato di Lisbona, a parte l’innumerevole quantità di articoli che la versione consolidata presenta (358 articoli a cui sono da aggiungere quelli relativi ai protocolli che rappresentano circa il 45% dell’intero trattato), fa riferimento anche – e questo lo spiega nel dettaglio il costituzionalista tedesco, il prof. Schachtschneider – alle “spiegazioni ai Diritti Fondamentali”.

    Tutto ciò basterebbe per respingere questo trattato, che in quanto atto fondante di un processo costitutivo, dovrebbe non solo essere promosso da rappresentanti direttamente eletti a tal fine, ma anche portare ad un documento dalla facile lettura per tutti i cittadini europei.

    Ma venendo allo specifico dell’osservazione fatta sulla clausola di solidarietà, bisogna tenere presente come nella realtà stia funzionando la cosiddetta unanimità all’interno dell’Unione Europea. Si pensi al recentissimo caso del Kossovo. Dove era là l’unanimità? Vi è stato il dissenso esplicito della Spagna all’indipendenza kossovara, tuttavia la UE ha ugualmente proceduto in questa direzione. Quando gli Stati più forti decidono un’azione, quelli più “provinciali” non fanno altro che seguire. Uno stato come la Spagna, tutt’altro che “provinciale” nella UE a 27, si ritrova ad essere rappresentato da un’Europa, contro la sua volontà, pur essendo richiesta per quel tipo di decisione l’unanimità.

    La tendenza è quella di seguire gli stati più forti. Dunque, di fatto, siamo di fronte ad un direttorio. Che di ciò si tratti, lo suggerisce anche il fatto che la partecipazione concreta ad azioni di peacekeeping è solitamente di un gruppetto di stati. Dunque quelli che non partecipano sono incentivati a sorvolare perché il fatto di non partecipare con propri uomini – ma solo indirettamente, in quanto membri di quell’Europa in nome della quale i singoli eserciti in concreto partecipanti, agiranno – li mette al riparo da problemi interni con la propria opinione pubblica.

    Di fatto, si è costituito un esercito europeo corrispondente in toto, a parte 5 elementi su 27, alla Nato. Viste le finalità storiche della Nato, si comprende l’agitazione che la dirigenza russa sta avendo a questo riguardo (la quale invita i membri Nato a riformulare i propri scopi d’azione).

    Quindi a questo proposito, la soluzione sta: o nel non avere alcun tipo di esercito europeo, oppure nel riformulare completamente gli scopi della Nato.

    In ogni caso, mettere sotto la competenza della UE questo punto, vuol dire di fatto metterla nelle mani degli Stati più forti e non dell’Europa, in quanto essa non ha un organo legislativo eletto (il Parlamento europeo è solo consultivo) e non ha un Governo scelto dai rappresentanti parlamentari o dai cittadini europei.

    Un altro punto su cui sono sorte diverse perplessità è quello relativo alla pena capitale.

    I 358 articoli del Trattato di Lisbona, e neanche i protocolli annessi, ne fanno riferimento. Ma come già accennato è con la “spiegazione ai Diritti Fondamentali” che si allarga la portata della previsione in materia, fino ad aprire la porta ad interpretazioni per cui la pena capitale, per casi tutt’altro che definibili a priori, può essere reintrodotta.

    Quello che qui si rischia sono le interpretazioni “fantasiose” – questo è il termine utilizzato da coloro che con grande non curanza, quasi non tenessero conto dei recenti precedenti su altre questioni, stanno prendendo sotto gamba le implicazioni che il Trattato di Lisbona potrà avere. Tuttavia queste interpretazioni “fantasiose” sono quelle che hanno consentito a recenti precedenti legislativi e/o istituzionali di rappresentare dei veri e propri cavalli di Troia in favore del privilegio dei pochi ed a danno dell’interesse generale. Si pensi a livello nazionale, al primo decreto Bersani quando veniva accusato di essere uno strumento in favore delle catene commerciali. A tali timori si poteva rispondere: “Dov’è scritto ciò? Dove si parla di catene commerciali? Qui si vuole solo far sì che tutti possano avere sotto casa ogni genere di negozio!”. Sappiamo tutti com’è andata, e sappiamo tutti che la utopica questione per cui tutti si possa avere sotto casa ogni genere di negozio, non è più ricordata dalla fine degli anni ’90, ossia da quando le catene commerciali si sono prese il 70% del mercato a tutto danno dei “centri commerciali naturali” (i piccoli negozi). Oppure, a livello internazionale, si pensi al Wto. Con esso il commercio prevarrà sulla vita delle persone, sulla salute, sull’ambiente, dicevano alcuni. Ma dov’è scritto ciò? Rispondevano i suoi apologeti. Visto il paradigma dominante dagli anni ’70, ossia quello dell’homo homini lupus, la funzione della normativa relativa al Wto ha finito col mettere in discussione le conquiste in materia di salute o di ambiente, dominata dal solo dio del libero commercio.

    Nel dettaglio di ciò che riguarda l’Unione Europea, il prof. Schachtschneider afferma: “La prassi dell'Unione di estendere estremamente i testi sui doveri degli stati membri non autorizza ad escludere anche una tale interpretazione, quando la situazione lo comanda o lo consiglia.” Comunque, vista la complessità della cosa, è opportuno rifarsi alla lezione, La legittimazione della pena di morte e dell'omicidio, del prof. Karl Albrecht Schachtschneider (che riporto per intero).

    La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (CDFUE) permette espressamente nelle "spiegazioni" ai Diritti Fondamentali e nelle sue "definizioni negative" – assorbite nel Trattato di Lisbona – contrariamente all'abolizione della pena di morte vigente in Germania, Austria e altri paesi in conformità con il principio [costituzionale] della dignità dell'uomo, la reintroduzione della pena di morte in caso di guerra o in caso di diretto pericolo di guerra, ma permette anche l'omicidio per reprimere una sommossa o un'insurrezione. Decisivo per questo non è l'Art. 2 Paragrafo 2 della Carta, che proibisce la condanna a morte e l'esecuzione capitale, bensì la spiegazione di quest'articolo, integrata nel Trattato [di Lisbona], che risale alla Convenzione sui Diritti Umani del 1950. Secondo l'Art. 6 Par. 1 e Sottopar. 3 del Trattato sull'Unione Europea (TUE) nella versione di Lisbona, vengono definiti i diritti, le libertà e i principi fondamentali della Carta in conformità con le disposizioni generali del Titolo VII della Carta, che regola l'esposizione e l'applicazione degli stessi, tenendo in debito conto le "spiegazioni" allegate alla Carta, in cui vengono indicate le fonti di queste disposizioni. La rilevanza giuridica delle "spiegazioni" sgorga anche dal Paragrafo 5 S. 2 del Preambolo della Carta, secondo il quale l'interpretazione di questa avviene "tenendo in debito conto le spiegazioni elaborate sotto l'autorità del praesidium della Convenzione europea". Il Paragrafo 5 S. 2 del Preambolo e il Paragrafo 7 dell'Art. 52 sono stati reinseriti nella Carta il 12 dicembre 2007. Erano già presenti nel naufragato Trattato Costituzionale del 29 ottobre 2004. Questo allargamento del testo smentisce il temporaneo successo della politica contro la pena di morte e l'esecuzione capitale. Le "spiegazioni" riguardano anche e proprio l'Art. 2 Par. 2 della Carta (M. Borowsky, in J. Meyer, Kommentar zur Charta der Grundrechte der Europäischen Union, 2003, Art 2, Rdn. 18).

    Le deleghe all'Unione nel campo della politica estera e di sicurezza comune sono sufficienti affinché, nell'interesse dell'efficienza delle missioni secondo l'Art. 28 (42) Par. 1 S. 2 (Il numero in parentesi si riferisce alla "Rinumerazione del trattato sull'Unione Europea". Per orientarsi meglio, cfr. la tabella di corrispondenza della Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea a http://eur-lex.europa.eu/LexUr...29:IT:PDF.) e Art. 28b (43) Par. 1 TUE, o anche nell'interesse della difesa, sia reintrodotta la pena di morte; ad esempio la delega al Consiglio tramite l'Art. 28b (43) Par. 2 S. 1 TUE sulle decisioni riguardanti le missioni, che permette "di stabilire le condizioni generali di attuazione valide" per le missioni stesse. A ciò non partecipano né il Parlamento Europeo né tanto meno i parlamenti nazionali. Una decisione del genere andrebbe valutata in combinazione con l'Art. 2 Par. 2 della CDFUE, con le sue spiegazioni. Inoltre gli stati membri si impegnano con l'Art. 28 (42) Par. 3 Sottopar. 2 S. 1 TUE, "a migliorare progressivamente le proprie capacità militari". Le guerre del passato e del presente dimostrano che la pena di morte, ad esempio nel caso di soldati che si rifiutano di eseguire gli ordini, tende a incrementare notevolmente le capacità militari di un esercito. L'efficienza di misure militari può essere incrementata, tra l'altro, per mezzo dell'esecuzione di terroristi e sabotatori o anche presunti tali. La prassi dell'Unione di estendere estremamente i testi sui doveri degli stati membri non autorizza ad escludere anche una tale interpretazione, quando la situazione lo comanda o lo consiglia. Per inciso, il dovere di riarmo di questa prescrizione non è compatibile con il principio pacifista, vincolante, delle costituzioni tedesca (preambolo della Grundgesetz, Art. 1 Par. 2, Art. 26 Par. 1) e austriaca.

    Nella Dichiarazione riguardante le Spiegazioni della Carta dei Diritti Fondamentali, che secondo l'Art. 49b (51) TUE ("Allegato") sono parte costituente dei Trattati, dunque sono parimenti vincolanti, sta scritto:

    3. Le disposizioni dell'articolo 2 della Carta corrispondono a quella degli articoli summenzionati della CEDU e del protocollo addizionale e, ai sensi dell'articolo 52, paragrafo 3 della Carta, hanno significato e portata identici. Pertanto le definizioni "negative" che figurano nella CEDU devono essere considerate come presenti anche nella Carta:

    a) articolo 2, paragrafo 2 della CEDU:

    "La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:

    a) Per garantire la difesa di ogni persona contro la violenza illegale;

    b) Per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;

    c) Per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione";

    b) articolo 2 del protocollo n. 6 della CEDU:

    "Uno stato può prevedere nella propria legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra; tale pena sarà applicata solo nei casi previsti da tale legislazione e conformemente alle sue disposizioni ..." (Cfr. il testo sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, in data 14.12.2007, su http://eur-lex.europa.eu/LexUr...035:IT:PDF).

    Sommosse o insurrezioni possono essere viste anche in certe dimostrazioni. Secondo il Trattato di Lisbona, l'uso mortale di armi da fuoco in tali situazioni non rappresenta una violazione del diritto alla vita. In guerra si trovano attualmente sia la Germania che l'Austria. Le guerre dell'Unione Europea aumenteranno. Per questo, l'Unione si riarma – anche con il Trattato di Lisbona.

    Come sottolinea Schachtschneider, sono il punto a) sub c) ed il punto b) quelli che aprono le porte ad una serie di interpretazioni, che a seconda delle opportunità del caso, possono legittimare la pena capitale da parte del Trattato di Lisbona. In piena crisi finanziaria e nell’avvitarsi di una fase iperinflattiva sui generi di prima necessità, il punto a) sub c) è più attuale che mai. Ma anche il punto b), vista la partecipazione di 14 stati alla sola guerra in Iraq, legittima l’introduzione della pena capitale da parte di molte nazioni.
     
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  2. NAGUAL TOLTECO
     
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    referendum irlandese il 12 giugno 2008



    Edited by NAGUAL TOLTECO - 14/6/2008, 12:12
     
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  3. Senonmibanniforseciarrvi
     
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    Ma il metodo segreto per reintrodurla è mediante documento che necessita approvazione dei palramenti degli stati membri?

    Mi sembra che il discorso sia un pò pretestuoso. La pena di morte è aborrita dall'unione Europea che però lascia al singolo stato la gestione in tempo di guerra.

    Per esempio in Italia con la legge costituzionale del 2007 la pena di morte non è più contemplata nemmeno nel codice penale militare. Su questo la costituzione Europea non ha voce in capitolo.

    Il testo non invita nessun paese ad introdurla, anzi: l'esatto contrario.

     
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  4. NAGUAL TOLTECO
     
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  5. kinkcrasch
     
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    ciao ragazzi,propio stamattina mentre mi recavo al lavoro ho sentito per radio(penso si possa dire,radio popolare network)che tra le notizie si faceva riferimento al voto dell'irlanda di venerdi 13 sul famoso trattato di lisbona.nel servizio che seguiva pero' nessun accenno del fatto che lo stesso referendum fosse stato respinto da francia e olanda ma invece il fatto che i favorevoli alla proposta si erano fatti trovare impreparati e in ritardo per controbattere i sostenitori del "no"e che quindi si trovavano a meta' punteggio sui sondaggi.mi è sembrato un servizio estremamente di parte visto che su un argomento cosi' importante si fosse parlato solo dei ritardi dei favorevoli per contrastare i contrari.sono rimasto deluso perchè non pensavo si potesse pilotare cosi' anche le radio che pensavo fossero almeno in parte non di parte(scusate il gioco di parole)ma alla fine capisco che fanno anche loro parte di questo schifoso sistema.speriamo che gli irlandesi alla fine facciano la scelta giusta...spero che qualcuno di voi poi possa aggiornare l'argomento,non vorrei lo facessero passare troppo in secondo piano visto che venerdi gioca anche l'italia...ciao
     
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  6. malakangelo
     
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    CITAZIONE (kinkcrasch @ 10/6/2008, 00:51)
    ciao ragazzi,propio stamattina mentre mi recavo al lavoro ho sentito per radio(penso si possa dire,radio popolare network)che tra le notizie si faceva riferimento al voto dell'irlanda di venerdi 13 sul famoso trattato di lisbona.nel servizio che seguiva pero' nessun accenno del fatto che lo stesso referendum fosse stato respinto da francia e olanda ma invece il fatto che i favorevoli alla proposta si erano fatti trovare impreparati e in ritardo per controbattere i sostenitori del "no"e che quindi si trovavano a meta' punteggio sui sondaggi.mi è sembrato un servizio estremamente di parte visto che su un argomento cosi' importante si fosse parlato solo dei ritardi dei favorevoli per contrastare i contrari.sono rimasto deluso perchè non pensavo si potesse pilotare cosi' anche le radio che pensavo fossero almeno in parte non di parte(scusate il gioco di parole)ma alla fine capisco che fanno anche loro parte di questo schifoso sistema.speriamo che gli irlandesi alla fine facciano la scelta giusta...spero che qualcuno di voi poi possa aggiornare l'argomento,non vorrei lo facessero passare troppo in secondo piano visto che venerdi gioca anche l'italia...ciao

    guarda per ora ho dato un'occhiata su comedonchisciotte.org e nella parte sinistra dove ci sono gli articoli da forum c'è un articolo sul Trattato di Lisbona e per ora sembra che le cose siano messe bene cioè a sfavore del nwo,nel senso se guardi le percentuali per ora sembra siamo in vantaggio,però c'è il rischio di brogli(imbrogli) o colpi di scena belli pesanti,
    Beh,ormai è vero anche le radio come tutti i mezzi d'informazione sono in mano a "Loro" però ricordati che noi siamo la vera soluzione, e in questo caso auguro agli irlandesi di scegliere col cuore e non con il di dietro!
    ehhh,non vedi che una bella parte di italiani sono troppo presi dal calcio,speriamo bene! in bocca al lupo agli irlandesi!!!!

     
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  7. Senonmibanniforseciarrvi
     
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    CITAZIONE (malakangelo @ 10/6/2008, 22:49)
    CITAZIONE (kinkcrasch @ 10/6/2008, 00:51)
    ciao ragazzi,propio stamattina mentre mi recavo al lavoro ho sentito per radio(penso si possa dire,radio popolare network)che tra le notizie si faceva riferimento al voto dell'irlanda di venerdi 13 sul famoso trattato di lisbona.nel servizio che seguiva pero' nessun accenno del fatto che lo stesso referendum fosse stato respinto da francia e olanda ma invece il fatto che i favorevoli alla proposta si erano fatti trovare impreparati e in ritardo per controbattere i sostenitori del "no"e che quindi si trovavano a meta' punteggio sui sondaggi.mi è sembrato un servizio estremamente di parte visto che su un argomento cosi' importante si fosse parlato solo dei ritardi dei favorevoli per contrastare i contrari.sono rimasto deluso perchè non pensavo si potesse pilotare cosi' anche le radio che pensavo fossero almeno in parte non di parte(scusate il gioco di parole)ma alla fine capisco che fanno anche loro parte di questo schifoso sistema.speriamo che gli irlandesi alla fine facciano la scelta giusta...spero che qualcuno di voi poi possa aggiornare l'argomento,non vorrei lo facessero passare troppo in secondo piano visto che venerdi gioca anche l'italia...ciao

    guarda per ora ho dato un'occhiata su comedonchisciotte.org e nella parte sinistra dove ci sono gli articoli da forum c'è un articolo sul Trattato di Lisbona e per ora sembra che le cose siano messe bene cioè a sfavore del nwo,nel senso se guardi le percentuali per ora sembra siamo in vantaggio,però c'è il rischio di brogli(imbrogli) o colpi di scena belli pesanti,
    Beh,ormai è vero anche le radio come tutti i mezzi d'informazione sono in mano a "Loro" però ricordati che noi siamo la vera soluzione, e in questo caso auguro agli irlandesi di scegliere col cuore e non con il di dietro!
    ehhh,non vedi che una bella parte di italiani sono troppo presi dal calcio,speriamo bene! in bocca al lupo agli irlandesi!!!!

    come fanno ad andare a sfavore del NWO? Se il NWO non pilota gli eventi e l'informazione che potere ha? Non ne ha? Allora non esiste :D
     
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  8. NAGUAL TOLTECO
     
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    CITAZIONE (Senonmibanniforseciarrvi @ 12/6/2008, 08:36)
    CITAZIONE (malakangelo @ 10/6/2008, 22:49)
    guarda per ora ho dato un'occhiata su comedonchisciotte.org e nella parte sinistra dove ci sono gli articoli da forum c'è un articolo sul Trattato di Lisbona e per ora sembra che le cose siano messe bene cioè a sfavore del nwo,nel senso se guardi le percentuali per ora sembra siamo in vantaggio,però c'è il rischio di brogli(imbrogli) o colpi di scena belli pesanti,
    Beh,ormai è vero anche le radio come tutti i mezzi d'informazione sono in mano a "Loro" però ricordati che noi siamo la vera soluzione, e in questo caso auguro agli irlandesi di scegliere col cuore e non con il di dietro!
    ehhh,non vedi che una bella parte di italiani sono troppo presi dal calcio,speriamo bene! in bocca al lupo agli irlandesi!!!!

    come fanno ad andare a sfavore del NWO? Se il NWO non pilota gli eventi e l'informazione che potere ha? Non ne ha? Allora non esiste :D

    se il New World Order non esiste allora di che cavolo stava parlando sto tizio qua sotto l'11 settembre 1990? :huh: ??




    e quest'altro tizio :huh: ???


    e quest'altro? :huh: ??



    e quest' altro :huh: ???


    insomma non trovi alquanto ambiguo che tutta sta gente parli in merito a qualcosa che non esiste :huh: ???

    sarà forse invece che esiste???





    ommiodio che cos'è che ha detto questo losco figuro qua sopra :o ???
    per contribuire alla creazione.... di che????

    di un nuovo ordine mondiale

    azz la malattia si sta diffondendo dall'america all'inghilterra sino in italia...
     
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  9. genioboy
     
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    Ue referendum: Irlanda, seggi aperti.
    Parlamento greco ratifica nella notte il trattato Lisbona.
    (ANSA) - DUBLINO, 12 GIU - Si sono aperti stamattina i seggi in Irlanda per il referendum sul trattato di Lisbona,la nuova costituzione dell'Unione europea. E intanto il parlamento greco ha ratificato nella notte il Trattato di Lisbona con 250 voti a favore e 42 contrari. Nessuno si e' astenuto. A favore del Trattato hanno votato i due principali partiti, Nuova Democrazia (Nd) al governo e il Pasok, opposizione di sinistra. Contro, i partiti minori.

    http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/to..._112235427.html
     
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  10. genioboy
     
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    CITAZIONE (Senonmibanniforseciarrvi @ 12/6/2008, 08:36)
    CITAZIONE (malakangelo @ 10/6/2008, 22:49)
    guarda per ora ho dato un'occhiata su comedonchisciotte.org e nella parte sinistra dove ci sono gli articoli da forum c'è un articolo sul Trattato di Lisbona e per ora sembra che le cose siano messe bene cioè a sfavore del nwo,nel senso se guardi le percentuali per ora sembra siamo in vantaggio,però c'è il rischio di brogli(imbrogli) o colpi di scena belli pesanti,
    Beh,ormai è vero anche le radio come tutti i mezzi d'informazione sono in mano a "Loro" però ricordati che noi siamo la vera soluzione, e in questo caso auguro agli irlandesi di scegliere col cuore e non con il di dietro!
    ehhh,non vedi che una bella parte di italiani sono troppo presi dal calcio,speriamo bene! in bocca al lupo agli irlandesi!!!!

    come fanno ad andare a sfavore del NWO? Se il NWO non pilota gli eventi e l'informazione che potere ha? Non ne ha? Allora non esiste :D

    Questa è la stessa visione distorta di Travaglio. Chi crede che un'elite mondiale si muova nell'ombra e cospiri contro l'umanità non pensa assolutamente che sia imbattibile e che non ci sia niente da fare. E' tutto l'opposto: siamo noi che gli diamo potere e ognuno sa che dipende tutto dal nostro livello di consapevolezza.
    Se il NWO fosse invincibile sarebbe inutile anche star qui a parlarne. Se sei consapevole e lo è un numero sufficiente di persone, non c'è niente che possano fare contro di te e non bisogna temere nulla.
    Se poi uno pensa che non ci siano complotti è un'altro discorso, però bisognerebbe almeno capire l'altro punto di vista ( che non vuol dire essere d'accordo).
     
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  11. washo18
     
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    il "complotto" o come lo si vuol chiamare c'è di sicuro, non servono prove, è un'evidenza che tutti hnno davanti agli'occhi, la cosa che si può mettere in dubbio è chi ci sia dietro a questo complotto, se sono illuminati , semplici capi di stato, rettili o cos'altro, dato che obbietivamente non si hanno prove concrete...

    per ora quel che è certo è che i popoli non hanno in mano il destino di loro stessi, se una volta avevo dei dubbi su questo, dopo l'11 settembre non ne ho più....
     
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  12. malakangelo
     
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    CITAZIONE (Senonmibanniforseciarrvi @ 12/6/2008, 08:36)
    CITAZIONE (malakangelo @ 10/6/2008, 22:49)
    guarda per ora ho dato un'occhiata su comedonchisciotte.org e nella parte sinistra dove ci sono gli articoli da forum c'è un articolo sul Trattato di Lisbona e per ora sembra che le cose siano messe bene cioè a sfavore del nwo,nel senso se guardi le percentuali per ora sembra siamo in vantaggio,però c'è il rischio di brogli(imbrogli) o colpi di scena belli pesanti,
    Beh,ormai è vero anche le radio come tutti i mezzi d'informazione sono in mano a "Loro" però ricordati che noi siamo la vera soluzione, e in questo caso auguro agli irlandesi di scegliere col cuore e non con il di dietro!
    ehhh,non vedi che una bella parte di italiani sono troppo presi dal calcio,speriamo bene! in bocca al lupo agli irlandesi!!!!

    come fanno ad andare a sfavore del NWO? Se il NWO non pilota gli eventi e l'informazione che potere ha? Non ne ha? Allora non esiste :D

    il nwo ancora non ha un potere assoluto tale da poter controllare ancora le nostre coscienze in questo caso le coscienze e il buon senso del popolo irlandese, ricordati il nwo avanzerà sempre più rapidamente nelle nostre vite solo se noi tutti acconsentiamo,sai d'altronde chi tace acconsente nel caso dell'umanità.
     
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  13. NAGUAL TOLTECO
     
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    e proprio strano come in un giorno nefasto come venerdi 13 addirittura in fase di venere crescente possa arrivare una buona notizia :lol:


    Il referendum sull'UeTrattato di Lisbona:
    l'Irlanda dice "no"
    Lo spoglio in un seggio di Dublino

    Hanno vinto i "no" nel refedendum tenutosi ieri in Irlanda sul trattato di Lisbona per la riforma dell'Unione europea. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia irlandese. Il risultato negativo del referendum è stato ammesso anche dal ministro Dermot Ahern, che in diretta televisiva ha detto: "Alla fine, per una miriade di ragioni, il popolo si è espresso così". Già dallo spoglio delle prime schede del referendum svoltosi ieri, si era visto che prevaleva il "no" al trattato di Lisbona. Sono 18 i Paesi che, attraverso procedure di ratifica snelle, hanno recepito il trattato di Lisbona.
    Da Dublino ai quartieri operai prevalenza di "no"- La pagina web dell'Irish Time conferma che in tutte le circoscrizioni della capitale i "no" prevalgono con una media di 60 contro 40 dei "sì", con picchi di 70 contro 30 nella circoscrizione sudorientale. A Dublino, dove si trova un quarto dei seggi dell'intera Irlanda, gli scrutini parziali dicono che il "no" è in netto vantaggio e così ancheal di fuori della capitale. I distretti operai hanno votato massicciamente contro il documento. Il vantaggio dei voti contrari è forte nei distretti di Mayo, Limerick, Galway, Sligo e Louth. A Donegal, nel nord-est, dove sono state scrutinate il 10% delle urne, in nessun caso ha vinto il "sì".
    La Commissione: abbiamo fatto tutto il possibile - "La Commissione europea ha fatto tutto ciò che poteva e doveva durante la negoziazione e la ratifica del Trattato Ue". Così si è espresso Johannes Laitenberger, portavoce dell'organo esecutivo dell'Unione, in un commento a caldo dei primi risultati del referendum tenuto ieri in Irlanda, che prefigurano una bocciatura del trattato. "Fino a quando non avremo i risultati definitivi non ci esprimeremo", ha sottolineato, "comunque è bene ricordare che il trattato non è stato scritto dalla Commissione né imposto ai Paesi europei. Lo hanno elaborato gli Stati membri per le istituzioni europee".
    Berlusconi "preoccupato" - Le indescrezioni sul voto irlandese piombano in Consiglio dei ministri. La riunione di questa mattina è servita a dare il via libera al disegno di legge sulle intercettazioni, ma la questione del Trattato di Lisbona è stata comunque argomento affrontato dai ministri. Silvio Berlusconi - spiegano alcuni partecipanti - si è detto preoccupato per come si stanno mettendo le cose riguardo al referendum irlandese. Bisogna capire cosa succede perché la cosa sarebbe preoccupante, ha osservato il premier che ha anticipato ai ministri la sua partecipazione al Consiglio europeo della settimana prossima. Faremo una verifica al più presto, ha sottolineato il responsabile della Farnesina Franco Frattini.
    Calderoli: i popoli più saggi dei governi - Sulla stessa lunghezza d'onda Renato Brunetta: bisogna stare attenti, questo risultato è un dato da non sottovalutare, è stato il commento del ministro della Funzione pubblica. Roberto Calderoli è invece categorico. Il suo punto di vista lo ha illustrato anche davanti ai suoi colleghi di governo: "La verità è che non si può andare avanti su questa strada, i popoli hanno dimostrato ancora una volta più saggezza dei governi". Questa mattina anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, aveva auspicato un esito positivo del referendum in Irlanda: "Se lo dovessero bocciare - è il parere della terza carica dello Stato - ci troveremmo in una situazione di crisi delle istituzione europee senza precedenti".
    http://notizie.tiscali.it/articoli/esteri/...dum_ue_123.html
     
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  14. genioboy
     
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    Napolitano: l'Ue rischia la paralisi
    Severo monito del Capo dello Stato dopo il No dell'Irlanda al Trattato di Lisbona.
    "È l'ora di una scelta coraggiosa da parte di quanti vogliono dare coerente sviluppo alla costruzione europea, lasciandone fuori chi - nonostante impegni solennemente sottoscritti - minaccia di bloccarla". È quanto afferma il Capo dello Stato Giorgio Napolitano dopo il no al referendum Irlandese. "Se non si supera la regola dell'unanimità per la ratifica dei trattati, l'Unione europea è condannata alla paralisi e alla dissoluzione. Le forze politiche e i governi di tradizione europeista hanno la responsabilità storica - nei confronti delle future generazioni - di impegnarsi a scongiurare un simile rischio, a preservare il patrimonio di cinquant'anni di inestimabili conquiste".
    fonte


     
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  15. NAGUAL TOLTECO
     
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    calderoli: «Un grazie al popolo irlandese per il suo voto»
    Trattato europeo, l'Irlanda dice «no»
    Barroso: «Andiamo avanti»
    Il 53,4% di voti contrari. Documento bocciato nonostante i sì di 26 Paesi. Napolitano: «Fuori chi è contrario»


    Campagna per il no in Irlanda (Afp)
    DUBLINO - No! L'Irlanda boccia con il 53,4% di voti contrari il referendum sul Trattato di Lisbona, versione «alleggerita» della Costituzione europea già respinta nel 2005 da francesi e olandesi. Il no ha vinto in 27 contee su 43. Quindi, mancando l'unanimità, il documento non può entrare in vigore nonostante gli altri 26 Paesi dell'Unione europea l'hanno approvato o si apprestano a farlo. E il presidente Napolitano dice: «Fuori dall'Ue chi vuole bloccare la costruzione europea».

    «VINCE LA DEMOCRAZIA» - «Una vittoria per la democrazia», ha gioito Declan Ganley, l'uomo d'affari fondatore del gruppo Libertas che ha guidato la campagna contro il Trattato. «Il popolo irlandese ha mostrato coraggio e saggezza e ha mandato un messaggio forte al primo ministro Brian Cowen, che ora deve andare a Bruxelles e riferire il messaggio degli irlandesi, che vogliono democrazia e responsabilità per l'Ue». Secondo il quotidiano inglese Independent, Ganley ha stretti rapporti d'affari con il complesso militare-industriale statunitense: i favorevoli al Trattato lo ritengono legato ai neoconservatori Usa, e avrebbe racccolto fondi di dubbia provenienza dall'estero per la sua campagna.

    BARROSO: «IL TRATTATO È ANCORA VIVO» - «Il Trattato è ancora vivo, non è morto», ha commentato il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. «La Commissione europea ha fatto quello che doveva e quello che poteva» ha detto il portavoce dell'esecutivo, Johannes Laitenberger. «La ratifica non è una cosa che devono fare le istituzioni europee bensì gli Stati membri». Barroso aveva già detto con chiarezza che non esiste un 'piano B' in caso di bocciatura del Trattato. Né appare valida l'ipotesi secondo cui la ratifica irlandese potrebbe avvenire ugualmente per via parlamentare. La possibilità più concreta è che riprenda il negoziato come accadde nel 2005 dopo la bocciatura della Costituzione con il referendum di Francia e Olanda. Di certo si allungano i tempi per il partenariato con la Russia e per la presidenza forte auspicata dal presidente francese Sarkozy (dal 1° luglio la Francia assume la presidenza di turno dell'Ue). «C'è una responsabilità congiunta di tutti i Paesi per fare fronte alla situazione», ha concluso Barroso, secondo il quale il processo di ratifica delle altre nazioni deve comunque proseguire.

    NAPOLITANO: «FUORI CHI BLOCCA L'UE» - Lo stesso concetto è stato espresso anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Le ratifiche devono continuare fino a raggiungere la soglia dei quattro quinti. Non si può neppure immaginare di ripartire da zero». Ma il capo dello Stato ha aggiunto un concetto ben più pesante: «È l'ora di una scelta coraggiosa da parte di quanti vogliono dare coerente sviluppo alla costruzione europea, lasciandone fuori chi - nonostante impegni solennemente sottoscritti - minaccia di bloccarli. Non si può pensare che la decisione di poco più della metà degli elettori di un Paese che rappresenta meno dell'1% della popolazione dell'Unione possa arrestare l'indispensabile, e oramai non più procrastinabile, processo di riforma».

    FRANCIA E GERMANIA ANDARE AVANTI - Anche Francia e la Germania sono dispiaciute per il no al referendum in Irlanda e si augurano che il processo di ratifiche del trattato di Lisbona vada avanti. Lo afferma oggi una dichiarazione comune. Anche per il premier irlandese Brian Cowen il Trattato non è morto, anche se. precisa il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, «è chiaro che non potrà entrare in vigore il prossimo 1° gennaio», come previsto. Di parere opposto il presidente della Rep. ceca (Praga deve ancora approvare il Trattato), secondo il quale la ratifica è finita dopo la mancata approvazione di Dublino. Il no irlandese «non è una buona notizia», ma non fermerà il cammino europeo: ne è convinto il ministro degli Esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos.

    FINI: «CRISI» - A questo punto per l'Unione europea si aprono scenari imprevedibili. «Bisogna capire che cosa succede dopo il voto in Irlanda», ha detto Silvio Berlusconi nel corso del Consiglio dei ministri. Secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, «se gli irlandesi bocciassero il Trattato di Lisbona ci troveremmo in una situazione di crisi senza precedenti delle istituzioni europee».

    CALDEROLI - Nettamente contraria l'opinione di Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa. «Un grazie al popolo irlandese per il suo voto. Tutte le volte in cui i popoli sono stati chiamati a votare hanno bocciato clamorosamente un modello di Europa che viene vista lontana dai popoli stessi. I popoli, ancora una volta, hanno dimostrato di avere maggiore saggezza rispetto a governi e parlamenti. La sovranità appartiene ai popoli e solo i popoli possono decidere di rinunciare ad essa».

    13 giugno 2008(ultima modifica: 14 giugno 2008)
    http://www.corriere.it/esteri/08_giugno_13...44f02aabc.shtml



    Notizia inserita il 13/6/2008

    Barroso: ''Andiamo avanti''
    L'Irlanda boccia il Trattato di Lisbona

    Dublino. Il 53,4% degli elettori irlandesi ha votato 'no' al referendum di ratifica del Trattato di Lisbona, contro il 46,6% dei 'si'. Questi i risultati ufficiali della consultazione popolare tenutasi ieri in Irlanda, al termine dello spoglio nelle 43 circoscrizioni.Ad annunciare i risultati ufficiali della consultazione popolare nelle 43 circoscrizioni dell'Irlanda è stato Maurice Coughlan, dal centro elettorale del Dublin Castle. L'affluenza, per l'elettorato di 3,1 milioni di persone, è stata pari al 53%, ovvero 1,6 milioni di schede valide. A bocciare il Trattato di Lisbona sono stati così 862.415 irlandesi che hanno votato 'no', contro i 752.451 che hanno votato 'sì'. L'Irlanda è l'unico dei Paesi dell'Unione dove è stata affidata per legge a una consultazione popolare la ratifica del Trattato che doveva sostituire la Costituzione Ue respinta da francesi e olandesi.Ad ammettere l'esito negativo del referendum, come riferisce la 'Bbc', è stato subito il ministro della Giustizia irlandese, Dermot Ahern. "A quanto pare hanno vinto i no - ha detto quando i risultati non erano ancora definitivi- Alla fine, per una miriade di ragioni, l gente si è espressa così". L'annuncio dei risultati definitivi è atteso nelle prossime ore, ma dai primi dati emerge un trionfo dei 'no' soprattutto nelle zone rurali e nelle zone operaie del Paese. Il ministro degli Affari Esteri, Micheal Martin, ha parlato di "assenza di una sufficiente informazione sul Trattato", sottolineando che molta "gente arrivava sulla soglia dei seggi dicendo: ancora non so abbastanza sul Trattato".La Commissione europea "ha fatto tutto quello che ha potuto e quello che doveva" per promuovere il Trattato di Lisbona ha precisato il portavoce dell'esecutivo Ue, Johannes Laitenberger. L'Irlanda è l'unico Paese dei Ventisette in cui la ratifica del Trattato è stata affidata a una consultazione popolare e proprio l'esito negativo della consultazione potrebbe portare l'Ue a un impasse istituzionale, dato che il trattato è già stato ratificato dai parlamenti di 18 Paesi. Una soluzione potrebbe essere l'applicazione del Trattato di Lisbona con l'esclusione dell'Irlanda ma, in questo caso, non è chiaro come il Paese potrebbe rapportarsi agli altri stati membri. E mentre alcuni governi europei mettono in guardia sui rischi derivanti dal 'no' irlandese - "Se questo risultato si conferma - ha dichiarato il ministro degli Esteri portoghese Luis Amado - dovremo valutare insieme quali opzioni ci permetteranno di uscire dalla crisi in cui è sprofondata l'Europa" - il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, sottolinea la necessità di andare comunque avanti nel processo di ratifica del Trattato Ue. Posizione assolutamente condivisa dal presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. "Non si può neppure immaginare di ripartire da zero - ha detto - né si può pensare che la decisione di poco più della metà degli elettori di un Paese possa arrestare l'indispensabile, ed oramai non più procrastinabile, processo di riforma". "L'iter delle ratifiche dovrà andare avanti - ammonisce Napolitano - E' l'ora di una scelta coraggiosa da parte di quanti vogliono dare coerente sviluppo alla costruzione europea, lasciandone fuori chi, nonostante impegni solennemente sottoscritti, minaccia di bloccarla". Di "grave colpo alla costruzione europea" ha parlato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, precisando che "questa ulteriore battuta d'arresto, inevitabile sotto il profilo della riforma istituzionale, non è un bene per i cittadini europei". Per questo, afferma il suo predecessore alla Farnesina Massimo D'Alema "la risposta migliore apparirebbe oggi la decisione di andare avanti con tutti i Paesi disponibili alla ratifica del nuovo Trattato, senza lasciarsi fermare dalla pur rispettabile decisione dell'1% della popolazione europea"."Senza i principi e le regole di funzionamento del Trattato di Lisbona, l'Unione Europea è di fatto ingovernabile e paralizzata - ha dichiarato il presidente della Camera, Gianfranco Fini - Il rischio è la sostanziale archiviazione dell'Europa a 27 Stati". Per andare avanti con la ratifica del tratto è anche il presidente del Senato Renato Schifani che sottolinea tuttavia la necessità di "una riflessione sulle ragioni per cui un numero sia pur non amplissimo ma pur sempre determinante di cittadini europei non si riconosce nel processo di unificazione proposto dal Trattato".In linea con Schifani il ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi che sprona l'Ue a "mettersi al lavoro per allontanare da sé lo spettro di una possibile crisi istituzionale e politica". Secondo Ronchi "non dobbiamo fermare il processo di integrazione ma capire cosa non ha funzionato. Per questo - annuncia - l'Italia chiederà ai Paesi fondatori di avviare subito una riflessione, tornando a confrontarsi sulle cose concrete, sui valori e sul futuro dell'Unione, allo scopo di riavvicinare i cittadini alle istituzioni". Entusiasta del 'no' irlandese è invece la Lega. "Saluto con immensa gioia la notizia - ha detto il capo delegazione della Lega Nord al Parlamento Europeo, Mario Borghezio - Anche in Irlanda, la classe operaia vuole andare in paradiso e non nell'inferno dei tecnocrati e dei finanzieri del Bruxelles".

    http://www.estense.com/?module=displaystor...746&format=html
     
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