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Everywhere.
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La mia canzone preferita invece è un'altra guarda caso, ecco, la metto, è :
La fitta sassaiola dellì'ingiuria
Ecco il testo che è degno di essere studiato, parafrasato ed imparato nel modo in cui si imparano tutte le poesie nei libri di testo poiché caparezza è un poeta contemporaneo...
C'é chi mi vuole folle e chi follemente spera che toppi carriera, da sera a mattina si ostina, ficca aghi nella mia bambolina; mina la via che l'anima mia cammina, mi pedina, il fatto é che se sfuggo alla logica tragica é la fine che mi si propina. L'acqua che butti sul mio fuoco diventa benzina, ogni insulto manichino per la mia vetrina, sappi che la mia dottrina se ne fotte di chi sta dopo e chi prima. Chi mi stima mi istiga a stilare sti suoni, sti versi e stikaa! Godo se penso all'amaro che mastica chi pronostica la fine della mia vitalità.
Mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell'ingiuria, l'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura.
Fonda la tua gloria sull'ingiuria, lavati i denti col seltz come Furia, smile, siamo in aria, canta vittoria ma io ti sputerò come un seme d'anguria. C'é penuria di muri adibiti alla memoria, pura vanagloria, fa male come un dente che si caria il mio debole per le vittime della storia; le hanno odiate, umiliate, lasciate alla sorte per fargli la corte dopo la morte. Mi faccio forte di un simile supplizio, ed é per questo che schivo ogni giudizio, ho la riflessione come vizio, il mio fine é di fare di ogni fine un buon inizio, mi sazio di un dizionario vario più dei santi del calendario.
Mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell'ingiuria, l'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura.
Mi piace sapermi diverso, piacere perverso che riverso in versi su fogli sparsi, nei capoversi dei giorni persi nei miei rimorsi, che cosa c'é da aspettarsi da chi come me non sa adeguarsi a sette, mafiette, etichette e se tutti fanno lui smette? Chi manomette le tette della scultura, ne ignora l'amore e la cura, ciocca dopo ciocca mi son fatto sta capigliatura, come un tiranno tra le mura non ho paura, C A P A, no fregatura, monnezza pura, senti che attrezzatura, é la mistura che infuria nella fitta sassaiola dell'ingiuria.
Mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell'ingiuria, l'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura
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personcina82.
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Generazione zero - J-Ax - Di sana pianta
10 9: gli anni che non hai, son proprio quei due voti che non ti hanno dato mai
8 7: i pochi amici tuoi, quelli che rimangono come tu 6
5 4: le ore che ora dormi com'è che ultimamente fai fatica a addormentarti?
quando ti svegli al mattino ti riconosci più o meno sparisci piano piano
3 2 1
zero, generazione a impatto zero come la tracce lasciate sul nostro sentiero, zero come le volte che ci siamo fatti di ero o abbiamo patito la fame davvero, zero come la voglia di lavorare, zero come i giorni fatti di militare non c'ero, quando a manifestare poteva finire male.. io lo facevo per bigiare
dopo la fine dei botti dei motti sessantottini son nati molti bambini cresciuti in camerette strette e in cucine scavolini, quelle della cuccarini e se ora andreotti vende telefonini con la marini per noi è normale, come il ministro che telefona al banchiere, zero fiducia zero voglia di votare
e ogni volta che lo tenti di spiegare eheheh
ti prendono per scemo, per loro sei un alieno, ma è questo che ti fa contento un po'
si scambiano medaglie e vincono battaglie
la tua generazione zero
codificati fin troppo complicati, non è la tribù della tim, qui nessuno vi parla gratis
siamo pochi, 4 gatti ancora presi dai videogiochi e dai cartoni giapponesi
abbiamo mancato di poco i festini di lapo
siamo i figli dei primi che hanno divorziato
miliardari e barboni negli stessi locali in fila per il cesso
fatti come dei cani sui divani, davanti ai televisori sadici spettatori, vogliamo lo tsunami sull’isola dei famosi
quasi moriamo ma poi ci riprendiamo.. siamo io te kate moss e calissano!
ti prendono per scemo, per loro sei un alieno, ma è questo che ti fa contento un po'
si scambiano medaglie e vincono battaglie
la tua generazione zero
tranquilli noi non finiremo mai sui francobolli
a destra no perché sono folli, a sinistra sono molli, se ci volete a noi ci trovate fermi ai controlli!
senza esperienza, senza le lotte degli anni settanta e se che chi comanda è una banda di zanza, per noi sono solo fatti ordinari come le tette delle vallette sui calendari, che ci lasciano indifferente perché amiamo una alla volta e siamo innamorati sempre!!
ti prendono per scemo, per loro sei un alieno, ma è questo che ti fa contento un po'
si scambiano medaglie e vincono battaglie
la tua generazione zero
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NAGUAL TOLTECO.
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A SATANA
di Giosuè CarducciA te, de l'essere
Principio immenso,
Materia e spirito,
Ragione e senso;
Mentre ne' calici
Il vin scintilla
Sì come l'anima
Ne la pupilla;
Mentre sorridono
La terra e il sole
E si ricambiano
D'amor parole,
E corre un fremito
D'imene arcano
Da' monti e palpita
Fecondo il piano;
A te disfrenasi
Il verso ardito,
Te invoco, o Satana,
Re del convito.
Via l'aspersorio,
Prete, e il tuo metro!
No, prete! Satana
Non torna indietro!
Vedi: la ruggine
Rode a Michele
Il brando mistico,
Ed il fedele
Spennato arcangelo
Cade nel vano.
Ghiacciato è il fulmine
A Geova in mano.
Meteore pallide,
Pianeti spenti,
Piovono gli angeli
Da i firmamenti.
Ne la materia
Che mai non dorme,
Re de i fenomeni,
Re de le forme,
Sol vive Satana.
Ei tien l'impero
Nel lampo tremulo
D'un occhio nero,
O ver che languido
Sfugga e resista,
Od acre ed umido
Pròvochi, insista.
Brilla de' grappoli
Nel lieto sangue,
Per cui la rapida
Gioia non langue,
Che la fuggevole
Vita ristora,
Che il dolor proroga,
Che amor ne incora.
Tu spiri, o Satana,
Nel verso mio,
Se dal sen rompemi
Sfidando il dio
De' rei pontefici,
De' re cruenti;
E come fulmine
Scuoti le menti.
A te, Agramainio,
Adone, Astarte,
E marmi vissero
E tele e carte,
Quando le ioniche
Aure serene
Beò la Venere
Anadiomene.
A te del Libano
Fremean le piante!
De l'alma Cipride
Risorto amante
A te ferveano
Le danze e i cori,
A te i virginei
Candidi amori,
Tra le odorifere
Palme d'Idume,
Dove biancheggiano
Le ciprie spume.
Che val se barbaro
Il nazareno
Furor de l'agapi
Dal rito osceno
Con sacra fiaccola
I templi t'arse
E i segni argolici
A terra sparse?
Te accolse profugo
Tra gli dèi lari
La plebe memore
Ne i casolari.
Quindi un femineo
Sen palpitante
Empiendo, fervido
Nurne ed amante,
La strega pallida
D'eterna cura
Volgi a soccorrere
L'egra natura.
Tu a l'occhio immobile
De l'alchimista,
Tu de l'indocile
Mago a la vista,
Del chiostro torpido
Oltre i cancelli,
Riveli i fulgidi
Cieli novelli.
A la Tebaide
Te ne le cose
Fuggendo, il monaco
Triste s'ascose.
Dal tuo tramite
Alma divisa,
Benigno è Satana;
Ecco Eloisa.
In van ti maceri
Ne l'aspro sacco:
Il verso ei mormora
Di Maro e Flacco
Tra la davidica
Nenia ed il pianto;
E, forme delfiche,
A te da canto,
Rosee ne l'orrida
Compagnia nera
Mena Licoride,
Mena Glicera.
Ma d'altre imagini
D'età più bella
Talor si popola
L'insonne cella.
Ei, da le pagine
Di Livio, ardenti
Tribuni, consoli,
Turbe frementi
Sveglia; e fantastico
D'italo orgoglio
Te spinge, o monaco,
Su 'l Campidoglio.
E voi, che il rabido
Rogo non strusse,
Voci fatidiche,
Wicleff ed Husse,
A l'aura il vigile
Grido mandate:
S'innova il secolo,
Piena è l'etate.
E già già tremano
Mitre e corone:
Dal chiostro brontola
La ribellione,
E pugna e prèdica
Sotto la stola
Di fra' Girolamo
Savonarola.
Gittò la tonaca
Martin Lutero;
Gitta i tuoi vincoli,
Uman pensiero,
E splendi e folgora
Di fiamme cinto;
Materia, inalzati;
Satana ha vinto.
Un bello e orribile
Mostro si sferra,
Corre gli oceani,
Corre la terra:
Corusco e fumido
Come i vulcani,
I monti supera,
Divora i piani;
Sorvola i baratri;
Poi si nasconde
Per antri incogniti,
Per vie profonde;
Ed esce; e indomito
Di lido in lido
Come di turbine
Manda il suo grido,
Come di turbine
L'alito spande:
Ei passa, o popoli,
Satana il grande.
Passa benefico
Di loco in loco
Su l'infrenabile
Carro del foco.
Salute, o Satana
O ribellione
O forza vindice
De la ragione!
Sacri a te salgano
Gl'incensi e i voti!
Hai vinto il Geova
De i sacerdoti.. -
NAGUAL TOLTECO.
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The End (Live Version at hollywood 1968)
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